Vita ed opera

Vita ed opera (13)

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Martedì, 14 Gennaio 2014 14:34

I Quadri

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Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

Chi era Angelo Maltese

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Foto per Chi eraDa uno studio di Fausta Di Falco

Angelo Maltese, artista-fotografo siracusano ha rappresentato per la sua città un punto di riferimento significativo e duraturo.

E’ stato definito “l’Alinari siracusano”, ma non era solo un fotografo; era un artista, anche se rifiutò sempre e con ostinazione questo appellativo. “La fotografia è per me - diceva - non già per quel che so fare io ma anche per quello che fanno i maggiori in questo campo, un’arte minore”

Egli si definì sempre un “artigiano”. Ma il talento che non volle riconoscersi, seppe scoprirlo e apprezzarlo negli altri, fra coloro che lo accostarono per farselo amico, protettore, pigmalione, nei giovani che trovavano in lui un punto di riferimento per discutere di pittura, fotografia, letteratura, scultura. Angelo Maltese, infatti, ufficiale in entrambe le guerre. fu un uomo colto, poeta, pittore, scrittore. Ha lasciato ottimi scritti sul quotidiano “La Sicilia” e sui settimanali locali dell’epoca  come “La Domenica” e “Siracusa Nuova” nonché racconti, poesie e recensioni, note d’ambiente e di costume. Era stimato da molti per le sue doti umane oltre che professionali. Amava gli animali e si occupava di quelli più sfortunati.

E’ stato il primo fotografo delle rappresentazioni classiche al teatro greco nel 1914; ha fotografato i monarchi d’Europa in visita a Siracusa, celebri attori come Gualtiero Tumiati, Elena Zareschi, Annibale Ninchi, famosi uomini politici e di governo.

Ma il vero punto di riferimento per l’intelighentia siracusana era il suo studio denominato La Fontanina.
Egli prediligeva la luce morbida, radente e quando per il luogo o l’ora della giornata non poteva trovarla, adoperava degli obiettivi in grado di ammorbidirla. La sua scelta era coerente con ciò che voleva dire o esprimere e con il rapporto che istaurava con l’oggetto o il soggetto da fotografare. Nella scelta della luce morbida si evince un aspetto del suo animo e della sua personalità. Egli era sempre aperto con il mondo esterno, sia che si trattasse di persone che di avvenimenti o paesaggi, o dei suoi amati gatti (di cui si conservano molti scatti). Questo rapporto amorevole lo spingeva a vedere ogni cosa e persona nel modo migliore, ed era proprio il meglio, la bellezza interiore del soggetto o dell’oggetto che egli voleva imprimere nella lastra. Perché la fotografia non doveva riprodurre meccanicamente il soggetto, ma fissarlo così come lui lo vedeva.

Per comprendere ancora più a fondo l’animo e la tecnica del fotografo cito uno stralcio di un articolo comparso nel giugno 1964 su “La Gazzetta della Fotografia” stampata a Palermo, scritto da Arturo Valle: “Angelo Maltese trasse dal suo astuccio di velluto il vecchio e glorioso 30 centimetri Hermagis, obiettivo pittore che ammorbidisce linee e piani senza perdere nulla nella riproduzione del disegno e della monumentale reflex 10x15 ancor nuova pur dopo tanti anni di lavoro ed ancora sulla breccia come il meccanismo migliore per creare quelle opere eseguite dall’artista per unica soddisfazione personale, capolavori di fronte ai quali artisti e critici è forza che si inchinino”.

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

La vita

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Foto per La vitaAngelo Maltese nacque l’8 dicembre 1896 a Modica che in quel tempo era in provincia di Siracusa. All’anagrafe fu denunziato il 13, probabilmente per il trambusto causato in famiglia dalla morte della madre per parto. Questa morte segnerà per sempre la vita del fotografo, come scrisse in una delle sue liriche più struggenti. A soli 19 anni venne chiamato al fronte della grande guerra. Reduce si stabilisce a Siracusa. Nel 1920 apre uno studio fotografico alla Mastrarua (l’attuale via Vittorio Veneto) con un socio: lo studio Miano-Maltese. Il socio va poi a cercare fortuna in America e Maltese mise su bottega da solo. Nel 1924 ottenne dal barone Interlandi Pizzuti l’uso di un angolo del suggestivo giardino del palazzo al numero 1 di Piazza Duomo. Lì trovarono luogo il suo studio fotografico e il padiglione denominato La Fontanina.

Nel 1932 sposa la cugina Maria Maltese di cui nascono due figli: Renzo e Antonello.

Allo scoppiare della seconda guerra mondiale venne richiamato al fronte; a guerra ultimata, tra varie difficoltà, riuscì a tornare a Siracusa e si dedicò nuovamente al lavoro: la fotografia.

Tra i premi e riconoscimenti che ebbe nella sua vita ricordiamo la medaglia d’oro della rivista La donna Italiana nel 1922, il premio della Camera di Commercio di Torino per l’esposizione internazionale di fotografia del 1923 e la recensione di una sua personale di fotografia su la “Revue Moderne Illustre des Arte set de la Vie” di Parigi del febbraio 1927.

Nel 1964 venne nominato cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Morì il 26 gennaio 1978 chiedendo di essere avvolto nudo in un lenzuolo bianco, chiuso in una cassa semplice e deposto nella nuda terra. Perché anche la sua morte fosse semplice così come lo era stata la sua vita.

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

Il pensiero di Maltese sull’arte fotografica

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Foto per il pensiero sull arte fotografica“È invalso l’uso nelle mostre fotografiche di definire “opere” le fotografie esposte, come per le arti figurative. Io non sono di quest’avviso, ritenendo inopportuno l’accostamento della fotografia alle vere e proprie opere della creazione. La fotografia è per me, non già per quello che so fare io, ma anche per quello che fanno i maggiori in questo campo di attività, un’arte minore. Nulla esclude che a praticarla con alto e nobile intendimento possa essere invogliato un temperamento di vero artista, nel qual caso la fotografia può raggiungere espressioni di stile e poesia, pur rimanendo nell’ambito delle sue limitate possibilità, in opposto alle arti eccelse che non hanno confini e che entrano nel dominio delle cose eterne, pura e inconfondibile espressione del genio e dello spirito umano. A noi è preclusa la via della creazione, ci si offre l’interpretazione davanti alla realtà pura e vibrante del tutto vero, che la nostra sensibilità artistica dovrà saper scegliere, inquadrare e illuminare, luci ed ombre, dal bianco al nero, in un’armonia di linee, di toni, di volumi” (Angelo Maltese 1954).

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

I ritratti

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Foto per RitrattiAngelo Maltese si dedicò, durante i lunghi anni della sua attività professionale alla complessa arte del ritratto. I suoi sono ritratti elaborati e difficili e sono l’espressione degli anni ’20-’30.

Fu maestro nel ritocco; il “flou” nella sua attività dominò sovrano adoperando speciali obiettivi che fondevano l’immagine dandole un senso di elevata spiritualità. Egli fu capace di creare, accanto a molti ritratti di circostanza, degli autentici capolavori che riescono ad andare oltre l’epoca nella quale furono realizzati, Egli vide attraverso il suo obiettivo la società del suo tempo con occhio indagatore, nei suoi aspetti di lusso, vanità, eleganza, ma anche nella durezza della vita quotidiana. La maggior parte dei ritratti ci sono giunti anonimi. Egli si rivolse sia ai membri della media e alta borghesia sia alla semplice gente del popolo. Moltissimi dei personaggi ritratti oggi non esistono più ma rivivono attraverso la fotografia in una nuova dimensione. Nel ritratto egli privilegiava la luce morbida e le atmosfere aeree. Il ritratto fotografico per Angelo Maltese non era sofisticazione e maestria. Il nostro, da artista fotografo, privilegiava l’analisi psicologica, cercava di dare ad un viso l’essenza vera dello sguardo, dell’attimo fuggente, di un’improvvisa malinconia o dolcezza o di una fissità volitiva. Maltese sapeva aspettare quell’attimo, infatti non fotografava subito i suoi soggetti, prima voleva cercare di catturare le loro caratteristiche usuali, gli stati d’animo suscitati da particolari stimoli in modo da esteriorizzarli e poterli penetrare attraverso l’obiettivo fotografico.

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

Le opere

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Foto per Le opereAngelo Maltese amò la fotografia in tutti i suoi aspetti e non privilegiò un tema in particolare. Come emerge dalle foto che compongono il suo vasto archivio e che immortalò con i suoi scatti, eventi, paesaggi, animali e volti. Archivio ancora conservato dai figli Antonello e Renzo, fotografo anch’esso.

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

Il teatro greco

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Foto per Teatro GrecoDi Angelo Maltese sono le fotografie delle prime rappresentazioni classiche del 1914 nel teatro greco di Siracusa. Nonostante la giovane età del fotografo (aveva infatti soltanto 18 anni) sin dalle prime immagini è evidente l’atteggiamento fotografico caratterizzante l’artista aretuseo il quale non si limitò mai a riproporre un’azione scenica, ma utilizzò sempre il proprio punto di vista critico e selettivo.

Le immagini di figure individuali sono caratterizzate dalla necessità della posa e dall’immobilità del gesto. Queste foto testimoniano l’espressività degli attori di teatro dei primi del ‘900. Angelo Maltese fu maestro però nella foto corale, del grande spazio che privilegiava l’insieme. Fermando con successione logica i movimenti più significativi dello spettacolo, le foto di Maltese possono inserirsi nel concetto di scena globale, dove non è solo la rappresentazione a essere esaltata, ma in cui il fotografo trova nel pubblico e nello spazio circostante un ulteriore elemento da analizzare. Dimensione scenica e pubblico diventano complementari e la luce naturale, tendente progressivamente al crepuscolo, racchiude entrambi.

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

La Tonnara

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Foto per La tonnaraAttento indagatore di ogni fatto della vita locale, Angelo Maltese predilesse il mondo della pesca e dei pescatori. Ed è proprio con alcune di queste foto che nel 1988 è stata realizzata una mostra intitolata “C’era una volta una tonnara”, dove sono state esposte le foto della pesca nella tonnara di S. Panagia nei pressi di Siracusa. Esse sono state scattate negli anni ’30, ossia nel momento di maggiore attività della tonnara.

In queste foto si percepisce ciò che l’autore ha provato nell’attimo in cui coglieva i momenti di fatica e di vita scegliendo quella determinata immagine tra le altre che si susseguivano, fissandola e rendendola, così, emblematico ricordo di una situazione e di una storia.

Queste immagini, adesso, rappresentano un prezioso documento che permette di ricostruire gesti che ormai da anni non fanno più parte della nostra quotidianità.

Anche in queste immagini è ben visibile l’animo dell’autore. Angelo Maltese non ha, infatti, fissato i momenti più sanguinosi della pesca del tonno, ma i momenti di una fatica che appare a tratti gioiosa e appagante. Egli dunque proietta nella scena e nell’immagine il suo animo semplice e dolce, la gioia determinata dallo svolgimento delle attività quotidiane. I suoi sono i momenti meno tesi, più lirici di quello che un tempo era più di un mestiere quasi un rito ancestrale.

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

Il secondo conflitto mondiale

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ricovero compressaTra le migliaia di immagini lasciateci dal fotografo che imprimono sulla pellicola la storia della sua amata città ci sono quelle riguardanti i bombardamenti della seconda guerra mondiale e, ancora più toccanti, quelle dei rifugi. In particolare di quello di piazza Duomo: un percorso ipogeico da poco riaperto al pubblico che collega la piazza al lungomare della marina e che si stende sotto vari edifici storici. Il luogo si prestava ad essere adattato come rifugio e servì alla popolazione durante il conflitto. Il Maltese, da preciso documentatore di un’epoca, realizza svariati scatti anche toccanti che mostrano i disagi, la paura, la sofferenza della gente dai più piccoli ai più anziani.

Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

La lacrimazione della Madonna delle Lacrime

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Foto per LacrimazioneIl miracolo della lacrimazione della Madonnina in gesso situata sopra il letto di una povera casa è fatto troppo noto per essere oggetto di trattazione in questa sede. Un’occasione unica che certamente Maltese, vista la sua professione e la sua religiosità,  non perse di fissare in alcuni scatti entrati ormai a far parte della storia della città. Alcune di queste foto furono pubblicate su alcuni rotocalchi dell’epoca (siamo nel 1953).

Dopo cinque anni dalla prodigiosa lacrimazione venne indetto un concorso internazionale per il progetto di un santuario che ricordasse nel tempo l’avvenimento. Angelo Maltese venne incaricato dalla commissione giudicatrice del concorso di fotografare tutte le migliaia di elaborati in modo che la commissione potesse poi scegliere a tavolino il progetto da approvare. Lavorò per un mese, insieme al figlio Renzo, in condizioni di fortuna in una scuola in costruzione.

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