Mercoledì, 20 Novembre 2013 15:55

Scuola di fotografia

La Fontanina di Angelo Maltese rappresentò molto di più di una scuola di fotografia, tuttavia è proprio lo stesso Angelo Maltese a pretendere che il suo ambito venga considerato inferiore: "La fotografia è per me un'arte minore. Nulla esclude - ribadisce il fotografo Angelo Maltese - che a praticarla con alto e nobile intendimento possa essere invogliato un temperamento di vero artista, nel qual caso la fotografia può raggiungere espressioni di stile e poesia, pur rimanendo nell'ambito delle sue limitate possibilità."
Se di scuola di fotografia si può parlare, allora il principale insegnamento di Angelo Maltese è l'umiltà.
Oltre ad essere uno studio fotografico e un grande padiglione per le esposizioni, al numero uno di piazza Duomo a Siracusa, La Fontanina rappresentava anche un cenacolo artistico di alto livello, dove scuola di fotografia significava apprendere direttamente dai grandi maestri. " A noi è preclusa la via della creazione - avrebbe detto Angelo Maltese, ci si offre un'interpretazione davanti alla realtà pura e vibrante del tutto vero, che la nostra sensibilità artistica dovrà sapere scegliere, inquadrare e illuminare, luci ed ombre, dal bianco al nero, in un'armonia di linee, di toni e di volumi".

Pubblicato in Principale
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La Fontanina

Sorgeva all’interno del giardino di palazzo  Interlandi Pizzuti, al numero 1 di piazza Duomo, nel cuore del centro storico di Ortigia. Si trattava di un padiglione in legno con tetti spioventi, grandi lucernari e ampie vetrate, posto a ridosso della muraglia di un antico convento. Prendeva il nome da una fontana circolare in mezzo al verde del giardino. Varcato il grande portone di quercia e superato un cancello in ferro battuto e saliti tre gradini ci si trovava immersi in un giardino fra alte palme, cespugli di violette e bucanville fiorite e tanti gatti.

Maltese progettò, realizzò e arredò il padiglione che divenne presto luogo di riunione, oltre che di lavoro, di intellettuali e artisti e una istituzione della città. La Fontanina ospitò nei suoi 60 anni di attività, oltre che il laboratorio fotografico di Maltese, anche centinaia di mostre d’arte.

Erano assidui frequentatori di questo cenacolo i fratelli Assenza: Enzo, scultore e Beppe e Valente pittori, il filosofo netino Corrado Curcio, il pittore e poeta tedesco Karl Stirner che svernava a Siracusa, il poeta catanese Enrico Cardile, il poeta bolognese Severini. Frequentarono la Fontanina anche Trombatore, Brancati, Guttuso, Quella, Quasimodo e lo scrittore siracusano Elio Vittorini. Nel difficile periodo del dopoguerra, quando Siracusa cercava di riprendersi dei duri colpi inflittale, fu cenacolo di giovani leve di artisti. Ecco quello che diceva Maltese a proposito: “Poiché nell’attuale periodo in cui i valori dello spirito appaiono sommersi o addirittura travolti dalla fatalità degli eventi è arduo compito parlare alle masse di arte, ma tuttavia necessario riportare le sconvolte coscienze umane a ritrovare se stesse, rieducandole e riconducendole verso le vie smarrite della bellezza”. E in effetti questo riferimento vi fu ed è ben testimoniato; tanti artisti locali, oggi affermati, videro le loro prime mostre esposte alla Fontanina.

Il declino dell’uomo e del fotografo iniziò quando il Comune acquistò il giardino e decise di chiudere la sua “creatura”.

Quello dell’abbattimento della Fontanina, fu, senza dubbio, un inutile sopruso, l’assurda soppressione di un attivo cenacolo culturale. Il Comune motivò il provvedimento con l’esigenza di uno spazio da adibire a parcheggio interno che non fu mai costruito. Oggi si è tentato di ricostruire, con grandi spese di denaro pubblico, almeno il giardino che è stato denominato “Il giardino di Artemide” senza lasciare nemmeno una traccia dell’attività culturale di oltre 60 anni.

Egli continuò a lavorare in altro locale contiguo, ma la demolizione della Fontanina, raccontano quelli che lo conobbero, causò una crisi psicologica che lentamente lo spinse alla morte.

Ancora oggi, dopo trentacinque anni, nulla è cambiato nonostante gli sforzi dei due figli Renzo ed Antonello, i quali, coadiuvati da amici ed estimatori del defunto artista, hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché si trovasse uno spazio da destinare ad esposizione permanente delle attrezzature d’epoca e di immagini. Purtroppo malgrado le testimonianze di numerosi articoli di giornali locali, per l’indifferenza delle istituzioni tutto è andato in fumo.

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Scuola di fotografia

La Fontanina di Angelo Maltese rappresentò molto di più di una scuola di fotografia, tuttavia è proprio lo stesso Angelo Maltese a pretendere che il suo ambito venga considerato inferiore: "La fotografia è per me un'arte minore. Nulla esclude - ribadisce il fotografo Angelo Maltese - che a praticarla con alto e nobile intendimento possa essere invogliato un temperamento di vero artista, nel qual caso la fotografia può raggiungere espressioni di stile e poesia, pur rimanendo nell'ambito delle sue limitate possibilità."
Se di scuola di fotografia si può parlare, allora il principale insegnamento di Angelo Maltese è l'umiltà.
Oltre ad essere uno studio fotografico e un grande padiglione per le esposizioni, al numero uno di piazza Duomo a Siracusa, La Fontanina rappresentava anche un cenacolo artistico di alto livello, dove scuola di fotografia significava apprendere direttamente dai grandi maestri. " A noi è preclusa la via della creazione - avrebbe detto Angelo Maltese, ci si offre un'interpretazione davanti alla realtà pura e vibrante del tutto vero, che la nostra sensibilità artistica dovrà sapere scegliere, inquadrare e illuminare, luci ed ombre, dal bianco al nero, in un'armonia di linee, di toni e di volumi".

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